Dicono che la stagione delle piogge in Malesia sia
normalmente già finita all'inizio di ottobre. Non è consolante saperlo quando,
dopo un violento acquazzone nel primo giro di ricognizioni, cerchiamo di fare
le note della prova di Bukit Pelandok. A metà prova una corta salitina,
ricoperta di uno strato di fango molle, si rivela un ostacolo insormontabile
per noi e per tutti i poverini che provano con un trazione anteriore. Malgrado
le gomme da terra non riusciamo a salire. Fedeli al motto "l'unione fa la
forza" raggiungiamo un accordo e a turno spingiamo le macchine dei nostri
compagni di sventura su per la salita… di correggere le note non se ne parla
più!
Dicono che nella zona del Rally di Tailandia, che
per la prima volta si disputa nella provincia di Korat,
Al di là del fango, poi presente più durante le
ricognizioni che non in gara, non posso che dire che queste due gare
dell'Asia-Pacifico con Nico Caldarola sono state due esperienze straordinarie e
molto differenti.
Il Rally di Malesia si corre a poca distanza dal
circuito di F1 di Sepang, in una serie di terreni coltivati a palme. Il
tracciato è quindi caratterizzato da numerosi bivi a 90°, una specie di Salento
su terra nel quale muretti e ulivi sono sostituiti da palme e… palme. Le
difficoltà maggiori sono trovare i bivi, spesso invisibili quando si arriva in
velocità, ed orientarsi in quello che sembra essere un vero e proprio
labirinto. Durante la seconda tappa, con Nico forse un po' deconcentrato dai
guai alla frizione che ci hanno fatto perdere il contatto dagli altri, ci siamo
resi protagonisti di diversi dritti. Uno di questi è stato molto divertente
perché, per evitare di fare retromarcia, Nico ha deciso di riprendere la prova
2 curve più avanti… peccato che nel mezzo ci fosse un'enorme voragine!
Sempre in Malesia ho avuto per la prima volta la
bruttissima esperienza di arrivare in speciale e trovare una fettuccia a
sbarrarmi la strada per un errore nella lettura del radar. Succede proprio
sulla sofferta Bukit Pelandok…ma Nico non si è perso d'animo: visto che non
c'erano commissari abbiamo semplicemente proseguito per la strada di cui
avevamo le note rientrando in prova
La gara ci ha visto chiudere al quarto posto
assoluto, su 7 superstiti!
E' una sensazione molto strana fare un rally di 3
giorni con così poche auto: alla fine si diventa tutti come una grande famiglia
e la premiazione, nel ristorante cinese dell'hotel che ospita la gara, diventa
una gran baraonda. Sono al tavolo con l'apripista che, bello fiero, racconta di
aver forato in prova, di aver cambiato la gomma e di essere ripartito per poi
farsi superare da Possum Bourne… succede anche questo da queste parti!
Se
Per contro le prove speciali sono (fango a parte)
belle, molto veloci e generalmente compatte, e l'organizzazione è di buon
livello, grazie anche all'ottimo lavoro di Simo Lampinen che collabora con
loro.
Il primo giorno di ricognizioni in Tailandia siamo i
primi a cominciare. Dopo qualche km di strada il radar e una freccia arancione
indicano chiaramente la strada da seguire: davanti a noi solo erba alta più di
un metro… restiamo molto perplessi ma seguiamo la "strada",
identificabile da 2 specie di solchi nel mare di erba. La cosa va avanti per
qualche km nei quali più che stendere le note ci tocca tirarle a indovinare.
Quando la fede nella strada vacilla ecco che una freccia arancione ci indica di
nuovo la via. In qualche modo arriviamo a fine prova ma siamo molto perplessi:
non ci aspettavamo di fare il Camel Trophy. Per fortuna l'erba verrà tagliata
il giorno dopo e le altre prove non ci riservano simili sorprese…
La gara si avvicina e rimangono forti dubbi sulla
nostra partenza: per problemi con la dogana l'auto è rimasta bloccata a Bangkok
fino all'ultimo. Miracolosamente la situazione si sblocca e l'auto arriva in
albergo a 12 ore dal via. Dopo
A causa della pioggia su alcune prove si sono
formate grosse buche e bisogna usare molta cautela, almeno in teoria: dopo aver
preso mezzo minuto sulla prima prova (
Questa volta le prove speciali sono nuove per tutti
e non sono atipiche come quelle malesi quindi abbiamo delle buone chances.
Attacchiamo per tutta la prima tappa e andiamo al riposo in quarta posizione
assoluta ma con il terzo nel mirino e con la soddisfazione di essere stati su
qualche prova davanti a Singh, primo di N e fresco vincitore del titolo di
gruppo nel campionato Asia-Pacifico. Il secondo giorno ci ritroviamo
addirittura al secondo posto assoluto dopo le prime due prove: abbiamo passato
e distanziato gli avversari e Bourne ha forato e perso i minuti che poi gli
costeranno la gara. A metà della velocissima e lunga prova di Ban None Sao Ae
tutto ha termine: entrando in un guado troppo forte danneggiamo il radiatore.
Arriviamo al fine prova comunque e pur avendo
rallentato siamo ancora secondi, ma il motore rende l'anima e la nostra gara
finisce lì, con mille rimpianti. Per la cronaca sarà poi Singh a vincere il
rally.
La cena di premiazione finale meritava di essere
vista: aperta a tutti i componenti del team, si svolgeva in un giardino.
Sull'erba erano stesi grandi tappeti su cui bisognava accomodarsi. Quindi il
cibo veniva portato in grandi canestri messi al centro del tappeto da cui
ognuno poteva attingere. Ad allietare la serata danze tipiche e filmati del
rally appena terminato, un'atmosfera che aveva veramente qualcosa di magico.
Il rientro a casa e alla normalità giunge per me al termine
di un periodo veramente intenso e quindi lo accolgo con gran gioia. Non posso
però non riportare che emozioni positive da queste due trasferte. Se qualcuno è
stufo dei soliti rally tutti uguali venga da queste parti: le avventure qui
raccontate non sono che una piccola parte di tutto quello che è successo.
Provare per credere!