25-27 Aprile 2008. Il Rally di Giordania entra nel mondiale. Con
le tante new entry a cui abbiamo assistito in questi
ultimi anni o che sono già state programmate per i prossimi anni questa notizia
potrebbe passare quasi inosservata o etichettata come “un’altra gara in un
paese senza tradizione”.
Viceversa
ritengo che questa occasione sia da considerare come
un evento molto importante. Non solo perché personalmente sono favorevole ad un
allargamento delle frontiere del nostro sport preferito ma soprattutto perché questo ingresso segna la prima volta di un rally mondiale
nel Medio Oriente e un ritorno di un evento di questa portata in un paese arabo
per la prima volta dal Rally del Marocco 1976.
A
seguito delle mie esperienze agonistiche dell’anno scorso in Medio Oriente e in
particolare in Giordania, negli ultimi mesi ho ricevuto svariate telefonate o
e-mail dai connazionali che stanno organizzando la loro trasferta e ho così
potuto toccare con mano quanto alto sia il bisogno di
informazioni su un paese pressoché sconosciuto ai nostri team. Non solo, mi
sento di raccomandare questa trasferta a tutti coloro desiderosi di vedere un
rally mondiale con una facilità ormai impossibile in Europa e a costi tutto sommato contenuti, quindi se questa mia presentazione dovesse stuzzicare qualcuno a organizzare il
viaggio all’ultimo minuto mi riterrei particolarmente soddisfatto.
Pur trovandosi in
un’area del mondo assai turbolenta
Il Rally ha la sua base logistica
e la maggior parte delle prove speciali nella zona del Mar Morto, il punto più
basso della superficie terrestre. Il Mar Morto (che in
effetti è un lago) si trova a
Il dislivello tra il Mar Morto e
la vicina Amman è di circa
Da un punto di vista turistico le attrattive in Giordania non mancano, dalla celebre Petra (a qualche ora di guida), alle vestigia romane di Jerash, ai luoghi sacri che circondano la zona della gara, carichi di storia religiosa: qua sul fiume Giordano è stato battezzato Gesù, sul Monte Nebo (che dà il nome a una delle prove speciali) in una chiesetta dei francescani si trova quella che secondo tradizione è la tomba di Mosè.
Se il centro logistico del rally è il Mar Morto per il turista è senz’altro più interessante soggiornare ad Amman, sia perché la città offre un’interessante immersione nella vita mediorientale e propone tanti ottimi ristoranti e possibilità di shopping, sia perché il complesso alberghiero sul Mar Morto, a cui si appoggia la direzione gara, è ormai esauritissimo da tempo.
Tutto lo sport dell’auto in Giordania fa capo al RACJ (Royal Automobile Club of Jordan) che non riveste solo il ruolo di federazione ma anche quello di unico organizzatore degli eventi motoristici giordani. Particolarità un po’ sconcertante all’inizio per noi è che l’Automobile Club è effettivamente un club vero e proprio: ossia è un elegante edificio nella periferia di Amman, con un vasto parco recintato a cui possono accedere solo i soci, bar, campi da tennis, piscina, ecc. Al manipolo di persone che gestisce il Motorsport compete l’organizzazione non solo del Rally di Giordania (che quest’anno raddoppia offrendo a Ottobre una prova valida per il campionato medio-orientale) ma anche dei 4 rally che compongono il campionato nazionale, di 5 gare di kart, altrettanti speed-tests (una specie di formula challenge) e soprattutto delle due cronoscalate di Rumman, una nazionale e una internazionale. Quest’ultima è, dopo il rally, l’evento più importante della stagione ed è seguitissimo dai piloti della regione. Si corre su un percorso che non ha nulla a che vedere con quello delle nostre cronoscalate, la strada è più stretta e dall’andamento quasi rallystico, a lottare per l’assoluta non ci sono le Sport come da noi ma prototipi leggerissimi su base Mitsubishi Lancer, con motori da 600 cv e passa. Particolarità per noi inimmaginabili: la strada è permanentemente preparata con cordoli e rail verniciati di bianco e rosso; i concorrenti che desiderano fare test prima della gara possono tranquillamente prenotarla per una modica cifra e passarvi giornate intere!
Ma veniamo al Rally di Giordania: cosa dovranno aspettarsi i piloti e i team impegnati in gara?
Si tratta di una gara molto compatta, con la gran parte delle prove speciali in un raggio di pochi km dal parco assistenza. Il governo ha fortemente voluto l’organizzazione di questo evento (il principe Feisal, il fratello del re, è a capo del RACJ) e ha investito cifre ingenti per la risistemazione del fondo delle prove speciali. Le prove sono state quindi spianate e compattate facendo largo uso dell’acqua del Mar Morto, proprio questo fatto ha reso la superficie dura come l’asfalto e al tempo stesso estremamente scivolosa: la ricerca del grip rappresenterà quindi il vero rebus per tutti; stante il regime di monogomma bisognerà lavorare parecchio di ammortizzatori e differenziali.
Le prove sono piuttosto varie come andamento, ci sono tratti decisamente veloci e
passaggi più lenti, le velocità medie in gara nel 2007 variavano tra i 70 e i
Alcune prove speciali presentano caratteristiche particolari: come
L’anno scorso il Rally di
Giordania era valido per il Campionato Medio-Orientale
e l’ho disputato (come il resto della stagione) a fianco dell’idolo locale Amjad Farrah. E’ stata una gara
ricca di colpi di scena, a partire dal fulmineo ritiro
del favoritissimo Nasser Al Attiyah
che è volato fuori strada dopo pochi km della prova di apertura. Quando poi
pensavamo che la lotta per la vittoria sarebbe stata un affare a due tra noi e Khalid Al Qassimi ecco
improvvisamente arrivare i tempi di Amir Najjar che partiva molto più
indietro e che ha vinto diverse prove speciali. Nessuno si aspettava simili
prestazioni da lui e circolano voci su ricognizioni illegali (anche qua!) e un
motore un po’ troppo “allegro” (e in effetti, concedetemi la piccola rivincita,
verrà squalificato in un rally nazionale da lì a
qualche mese). La bagarre a tre va avanti per tutti e due
i giorni di gara ma purtroppo il successo si allontana dalla nostra portata
poco prima della volata finale; al via dell’ultima prova Najjar
precede Al Qassimi di
Un
evento molto insolito dell’edizione 2007 è stata la
visita a sorpresa del Re Abdullah e della Regina Rania durante un riordino della seconda tappa. Son calati come una tempesta sulla routine del rally e
siamo stati di colpo invasi dai fotografi, dai curiosi
e dalle guardie del corpo. Il Re si è intrattenuto coi
piloti parlando della gara; non va dimenticato che prima di salire al trono lui
stesso ha disputato diversi rally e nel museo reale ci sono diverse vetture rallystiche con pedigree.